endecasillabo solido

Una specie di poema a puntate utilizzando, salvo sviste, endecasillabi sciolti o in rima: dipende dal "mood" della giornata. Alla fine, se possibile, seguendo un tenue filo conduttore, il lettore si troverà tra le mani un poema: epico? Non credo: più facilemte er(otic)oi-comico!!

lunedì, gennaio 04, 2010

Non scomparii nel nulla

Non scomparii nel nulla dell'assenza:
talvolta la mmia musa è taciturna
e non mi detta al cuore la sua essenza,
ma resta muta e tacita nell'urna.
La vita del poeta ha questi sbalzi
e spesso si sta muti per presenza,
ma un giorno te ne accorgi, quando t'alzi
che il ritmo ricomincia e prendi lena.
E' notte fonda ormai e a piedi scalzi
m'infilerò nel letto: la mia schiena
agogna la orbidezza delle coltri!

venerdì, dicembre 05, 2008

ritorno dal passato

Con l'occhio perso dentro una ricetta,
per chi non sa sono farmacista,
ho visto la sua faccia sorridente:
che ci faceva dopo tanto
silenzio in questa landa desolata?
Tornato a respirare la diossina
voleva che gli dessi degli spunti
per come ritornare a muoversi!
Alla sua vista, comunque, colsi
un fremito del cuore che non scorda:
ma mi parlava a voce troppo bassa
e non sentivo quanto mi diceva,
Lui disse: "Ti parlo in italiano!"
Io gli risposi: "So, ma non capisco!"
E sul lavoro sono controllato,
perciò gli diedi il numero di casa:
"Se vuoi parlarmi fallo per telefono!"
L'ho liquidato dandogli commiato.

martedì, giugno 03, 2008

L'amante

Forse non saranno endecasillabi
le frasi che compongo alla tastiera:
il mio compagno dorme col suo amante
e la cosa non mi lascia indifferente:
ma non perché sia spinto da morale,
ma perché il nuovo amante non mi piace!
Io, che sempre ho ricercato la magrezza,
mi sono ritrovato per "rivale"
un tomo somigliante ad un budino.
Un corpo che potrebbe interessare,
se solo fosse un poco più curato:
non è per la mancanza di capelli
(ne ho avuti amanti senza peli in testa!)
Ma per le smagliature, quasi cicatrici,
che solcano il suo corpo da slavato.
Inoltre non mi piace il suo sudore:
un odore dolciastro e repellente:
Per fortuna non sono del suo tipo,
e quindi, anche se lo aveva dichiarato,
non ha tentato di coivolgermi nel giuoco
(almeno questa è una fortuna!)

sabato, aprile 19, 2008

dificoltà

C'era un vecchio computer di Taranto
che per dei virus diede il suo forfait:
rimasi senza voce per parlare.
Adesso pare sia tornato sano
e rendo la mia voce al suo profondo.

lunedì, febbraio 04, 2008

Ironia della sorte

L'ironia della sorte è sempre assurda:
per mesi non trovavo la via giusta
per essere di nuovo un trovatore
che lascia un suo ricordo in versi e prosa.
Oggi, per sbaglio, con un solo account
ho visto che da Google posso entrare
anche senza le chiavi più segrete!
Nei prossimi giorni voglio cominciare
a raccontarvi una leggenda strana
che mi perseguita fin da bambino.

mercoledì, gennaio 30, 2008

Il perché di un lungo silenzio strano.

Non ricordavo più l'accesso al sito
per gioco strano della mia memoria
e nel frattempo ho visto e constatato
che il sito su infinito s'è volato:
Assonanze d'amori immaginari
era forse un po' troppo strano, ardito,
ma era pur sempre parte del passato:
riproporrò man man qualche testo:
diventerà il mio bog un palinsesto?
Possibile non certo necessario:
l'endecasillabo solido nacque
come un diario e non come una memoria,
una reliquia persa del passato!

lunedì, ottobre 08, 2007

volevo che qui io fossi... ma!

Carissimi insperati miei lettori,
che mai lasciaste nota della pena
di quanto possa dare la lettura
dei versi miei che non vanno lontano.
Da quando il google ha tutto interglobato
accedere alla paginaè sempre strano:
cambio della password ad ogni accesso!
I commenti al prossimo ancoraggio!

martedì, settembre 18, 2007

Tornato dopo tanto

A lungo durò questo silenzio arcano
che la pagina, ostile, non si apriva:
dovevo fare qualche moto strano,
e solo questa sera l'ho capito!
Colmare un tempo di mesi nel diario?
Cosa troppo difficile da farsi!
Mi rendo vivo questa sera: basti
a quanti abbiano letto nel mio scritto.
Mi proporrò più tardi, in altra vece,
fate del mio presente e il mio futuro:
che taccia la mia voce questa sera!

lunedì, ottobre 16, 2006

Di ritorno

Il fine settimana in Lombardia
mi ha riportato a casa raffreddato,
ma il gioco ha pareggiato la candela!
Adesso sto tirando su col naso:
è prezzo che si paga in buona voglia
per esser stati in buona compagnia.
Non dico che un ritorno debba avere
per forza e conseguenza malattia:
io penso che comunque un raffreddore
tu te lo prendi pure stando a casa!
Io, invece, sono uscito dal mio guscio
per confrontarmi a lungo col passato.
La testa non funziona questa sera,
faremo, forse, meglio un'altra volta!

giovedì, ottobre 12, 2006

A giovedì

A giovedì le cose stanno in siesta,
nel senso che si stanno accatastando
in modo tale che tutto va' liscio,
almeno all'apparenza e in superficie.
La sbreggola s'è data una calmata
e la zurelezzera ha preso il volo:
la prima si dipinge latte e miele,
quell'altra non sopporta più il suo fiele.
A quale risultato è la domanda:
sul lavoro siamo rimasti in tre:
la cadavera e l'isterica con me.
Insieme non sembriamo un bel terzetto,
ma cerchiamo di non darci le corna:
già questo sembra un buon risultato!

lunedì, ottobre 09, 2006

dopo una settimana

Quando si deve fare con deficienti,
donne isteriche senza sentimenti,
ma da trattare bene per lavoro,
il cervello ne va' per la tangente:
infatti questa sera le ricette
le leggevo senza discernimento:
a chi ho dare dieci davo cento,
ed il singolo poi lo raddoppiavo!
E' chiaro perciò che la titolare
mi riprese due volte sul lavoro:
ma se la testa stesse nel presente
non sbaglierei in modo sì palese!

lunedì, ottobre 02, 2006

prima del sonno

Forse ritorno alle lombarde piagge,
ed un antico amore troverà conforto:
di certo avremo molte cose a dirsi,
di certo non sarà una messe inutile.
Un atto d'amicizia e vicinanza,
vicinanza d'intenti e di sentire.
Se il sentire sarà pure del corpo
vedremo quanto ancora ci daremo.
Non m'aspetto nulla ed un nulla sogno:
solo l'esperire è vivere reale!

domenica, ottobre 01, 2006

Seduto al sole

La tavola di pietra il panorama
guarda alla valle colma d'uva e fichi,
le foglie degli ulivi grigio argento.
Il sole dell'autummo scalda ancora,
ma già la tramontana ingalluzzisce
facendo fremere la pelle in brividi.
Abbiamo fatto i villici quest'oggi
cogliendo ortaggi e frutti della terra:
la bietola selvaggia e lo zancone,
l'aspro cotogno, il dolce fico d'India.
Adesso mi riposo in questa pace:
da quest'altura domino le valli,
il cielo azzurro e terso verso Grecia,
batuffoli di nuvole lo Jonio.
A rompere il silenzio solo il trillo
di qualche solitario passerotto:
lontano il rombo rude del motore.

sabato, settembre 30, 2006

Il primo raffreddore della stagione

Primo raffreddore della stagione:
costretti in casa solo a starnutire!
L'amico delle lande desolate,
quello che sogna la salsa cubana
non alle note di un grammofono,
bensì nella vita di quell'isola,
con le note di un amore virtuale,
eppure intenso ed assoluto e vero,
e forse più vero di quello attuale,
geloso, un po' gretto ed italiano,
mi scrive che a natale scapperà,
raggiungerà l'amore dei Caraibi:
io gli darò conforto e comprensione!
Avessi anch'io un amore di lontano,
un'isola che aspetta la mia visita!

lunedì, settembre 25, 2006

Di lunedì

Questa parte di poema rischiava
il vuoto di un niente-niente annientante:
impostato il titolo ho dato invio!
Ma è stato possibile il recupero
ed ora sono qui per digitare
vuoti endecasillabi di scusa.
Ho letto "Il cacciatore di aquiloni",
un libro che il tam tam sta diffondendo.
Di solito non leggo ciò che è moda,
ma chi l'ha consigliato è troppo colto
per cedere all'elogio di follia
di chi reputa bello il più venduto.
E bello mi è sembrato quel romanzo,
lettura edificante come poche.
Può dirsi elogio alla vigliaccheria,
del vile che riscatta la sua sorte:
che avremmo fatto noi, padroni, al posto
di quell'afgano nato per comando?
Ma leggendo, comunque, immaginavo
che il confronto finale fosse al servo.
Il narratore, invece, si riscatta
salvandone il figlio, nonché nipote:
del resto la realtà ci ha già insegnato
che quanto letto è meno del reale.

sabato, settembre 23, 2006

Se i virus lo permetteranno

Violento è stato l'attacco virale:
ho dovuto più volte formattare!
Adesso sembra sia tutto risolto,
ma mi resta d' intecciare le dita!

domenica, settembre 03, 2006

Dopo tanto sole

Contavo in un diario giornaliero,
affidando con debita costanza
al ritmo sordo dell'endecasillabo.
Qualcosa deve andare sempre storto:
un virus mi ha distrutto la memoria!
Ed ora riallacciare quel discorso
diventa un po' precario: ricomincio!
Ma dopo avere fatto la lucertola
lungo una spiaggia calda e silenziosa
c'è bisogno di incontrare la realtà:
devo uscire con gli amici questa sera!

giovedì, agosto 24, 2006

Dopo il riposo

La seconda parte di questo post
continua dopo la doccia e il caffè.
E riposato, lavato e svegliato,
la vita prende un'altra latitudine.
Nei giorni passati senza connessione
accaddero due cose d'importanza:
la cena delle donne allampanate
ed il compleanno del cinquantenne
scordato sia nel nome che cognome
e, come non bastasse, ristorante!
Andammo dritti a riva del Sun Bay,
scoprimmo invece fosse giù al Saint Bon!
Festa riuscita in riva al mare e spiaggia,
ma, se ne lamentava il festeggiato,
il cartering mancava di bevande.
Meglio: così nessuno si è ubriacato!

Il pranzo del giovedì

Al mare sei scappato: ben facesti!
Io resto qui mangiando il tuo risotto.
Le macchine son strane, lo si sa:
tre lunghi giorni senza connessione
adesso son riuscito a collegarmi.
Il caldo non fa muovere il cervello
e il caldo chiede sonno in quantità:
stendo i tappeti al fine d'asciugarli
e vado a riposarmi per un po'.

lunedì, agosto 21, 2006

lunedì: in casa con l'aria condizionata

Se dopo una giornata di lavoro
con il condizionatore intasato
al punto da crepare per il caldo
ritorni a casa e trovi che si sente
dolce un tepore che fuori non c'è:
la testa scoppia , la gamba è stanca:
l'alternativa è il cortile di un castello
con un'attrice adatta a quella parte
che recita la scema e non va in guerra:
ma che ne sai se il posto è ventilato,
se c'è un sedile adatto alla bisogna,
se... forse sono scuse che si dicono
perché non c'è la voglia di star fuori.
In realtà ben poco importa quel motivo:
avevo solo voglia d'ascoltare
un po' della mia musica con calma:
adoro i musicisti neo-barocchi
fioriti in Inghilterra tempo fà:
adesso hanno più di cinquant'anni,
ma ancora sanno attirare le masse:
la loro gioia di cantare le canzoni
che sono diventate patrimonio
d'intere generazioni nel mondo
è quasi strabiliante se si pensa
che sono trent'anni che le suonano!
E sono trent'anni che le ascolto
in originale o nuove versioni
registrate in mitici concerti
a cui un italiano non partecipa
perché in Italia quelli non ci vengono:
mi resta scaricare in peer to peer
i filmati di eventi ormai passati.
La città che vede un mare che non usa,
e dal terrazzo la vista è stroboscopica,
è diventata ormai una parte del mio io:
potrei staccarmene solo cambiando
non solo stato ma pure continente:
se devo trasmutare le radici
il cambio sarà drastico e immanente:
non solo di città, ma nella mente:
da cigno diventare chissà cosa,
non certo chi legge farmaci e non osa
altro che dar consiglio senza posa,
ma la meccanica della lettura
ti porta al fallimento senza scampo:
che sia la ricetta scritta a mano
o venga ristampata col computer:
è grande il fallimento e poco il prezzo!
Giovane sbagliavo inesperiente,
vecchio lo sbaglio, troppo il sapere:
allora non credo che si possa,
adesso lo so che spesso ci sto:
sento le palle piene e non ne posso!

domenica, agosto 20, 2006

domenica.. lavoro

E di ritorno dalla rocca oscura
fermiamoci a mangiare alla locanda:
prepara piatti di gusto e con cura.
Saranno due donzelle dall'Olanda
e due bei cavalieri di Treviso
gli allegri commensali della banda.
La prima si preoccupa del viso
e sogna un bisturi che lo ritocchi:
parole che scatenano il sorriso
in chi l'ascolta e vede quanto sciocchi
possano essere le intime paure
di chi non accetta del tempo i tocchi.
Mi venne rinfacciata, con facce scure,
l'opportunismo di cittadinanza:
oppurtunismo sarà forse, pure,
ed ora lascio perdere la rima
giacché bisogna esprimere un concetto
che non si lascia prendere dal gioco:
vissi per anni in piccole città,
e sempre denegai l'appartenza
alle città dall'aria di metropoli.
Adesso vivo in questo buco asfittico:
mi va bene: voi non ci respirate?
Lasciatemi languire nel mio brodo:
che senso abbandonarlo a vostra scelta
se per mia volontà feci radici?
La cosa sopraddetta mi dà rabbia,
mi rende idrofobo da cane astioso:
troverò il modo un giorno per spiegare
cosa mi lega forte a queste spiagge:
lasciate adesso che languisca un poco:
è troppo caldo per stare a quel gioco!

sabato, agosto 19, 2006

E siamo al 18 agosto

Solidità che traspare dal niente
di una lunga notte afosa e opprimente;
serata calma passata parlando
dopo un gioco da turisti folli
che vagano per strade di campagna.
La mostra di ceramica al castello
sembrava la vetrina di un negozio,
le forre e le gravine nella notte
avevano la calma degli ulivi:
saggezza antica sotto dura scorza!
L'immemore racconto immeritato
si sciolse come un cono di gelato
caduto dalle mani di un bambino:
non perdere speranza, non demordere!
A pizzichi e a bocconi la loquela
ti porterà in tal modo a contemplare
l'intera gestazione individuale:
dai primi palpiti di un cuore acceso
agli alti spasimi da contrappeso
fino alle clausole mai concludenti
di cuori indomiti e sogni ardenti:
non dare adito allo straniero,
che ascolta e medita con sguardo altero,
di farti folgore come un artista:
l'aspetto fragile del pessimista
poco s'addice se non si arrende!
Se l'equazione riporta lo zero
dall'infinito ridotto al più nero
fino al solare doppio integrale,
allora diamoci un bacio in bocca
e ritroviamoci sotto la rocca.

mercoledì, agosto 16, 2006

inizio 16 agosto

L'endecasillabo solido forma
un grumo informe di sillabe spente.
Stanotte la mente divaga veloce,
senza fissare il pensiero in un punto,
rimane il pensiero svagato ed etereo:
ma solido diventa pian piano!